a cura di Vera Agosti
Città di Cannobio
in collaborazione con Galleria Giraldi di Livorno e Rete Museale e Culturale dell’Unione del Lago Maggiore
La pietra e gli elementi vegetali del paesaggio vengono interpretati, attraverso l’uso di materiali inconsueti, da uno dei padri del movimento dell’ARTE POVERA
Inaugurazione sabato 10 settembre, ore 17.30
Dal 10 settembre fino a domenica 30 ottobre, presso le sale espositive di Palazzo Parasi a Cannobio, sarà visitabile la mostra personale "Natura lacustre" di Piero Gilardi, a cura di Vera Agosti.
L'artista è un esponente dell'Arte Povera; si occupa di bioarte e arte ecologica fin dagli anni Sessanta, ancor prima che nascesse una coscienza ambientalista vera e propria e che le tematiche inerenti divenissero argomenti condivisi. Contrario alla mercificazione dell'arte, l’autore si è isolato dal gruppo e ha interrotto la produzione artistica fino al 1981, concentrandosi sull'arte terapia e sull'impegno transculturale in paesi stranieri. Pioniere dell'arte e del pensiero, si è poi dedicato anche alle nuove tecnologie.
Famosissimi i suoi tappeti-natura, con i quali ricrea la terra con il poliuretano espanso, le installazioni interattive, le performance e i video. L’esposizione si inscrive nel quadro delle mostre pensate per valorizzare il Palazzo della Ragione, meglio conosciuto come Palazzo Parasi, una storica costruzione risalente al XIII secolo adibita per tanti anni a luogo di giustizia e di governo e recentemente restaurato dall’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte.
La mostra accoglie circa venti opere, una selezione dei celebri tappeti-natura, con un particolare riferimento agli ambienti del Lago Maggiore, come suggerisce il titolo dell'esposizione.
Ecco allora acqua, torrenti e boschi delle montagne che circondano il lago (Betulle e mele cadute, Larice e muschi, anni 2000). Ma non solo: anche il mare coi gabbiani (Volo radente, anni 2000), i frutteti (Pesche nettarine, Mele rosse e prugne, Pesche cadute, 2000) e la neve (Cavoli sotto la neve, 1974; Primi bucaneve, 2000; Neve sul bivacco, anni 2000). Queste riproduzioni attestano il suo amore per la natura, il suo impegno e il suo appello a difenderla e preservarla. Gilardi stesso nel 1966 spiega: “Spero di poter riunire, un giorno, tutti i tappeti che sto realizzando, in un posto largo e piano, racchiuso da una cupola in forma opalescente: in quell'ambiente rarefatto l'immagine di ogni tappeto comincerà a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico incomprensibile ma accettabile”. Una speciale seduta a forma di tronco d'albero (Controcorrente, 2013), sempre in poliuretano espanso, completa la mostra. Si tratta di un'installazione interattiva e sonora con il gorgoglio di un ruscello che scorre, con apparato tecnologico di Heinrich Vogel.